ITS la Campania prima nel Mezzogiorno

La Lombardia è prima in Italia con 20 Fondazioni e la Campania è seconda con 16 e prima nel Mezzogiorno

In Campania sono presenti 9 ITS: 2 relativi all’Efficienza energetica (ad Avellino Ermete e a Benevento Its Energy-lab); altri 2 che afferiscono all’area della Mobilità sostenibile (Caserta Its Mobilita Sostenibile); uno opera nell’area delle Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e il Turismo (a Napoli), 4 alle Nuove tecnologie per il made in Italy- Sistema moda e Sistema meccanica (con sedi ad Avellino e a Napoli).
Un secondo bando ha dato il via ad altri sette Its. Ma questi ultimi non sono ancora operativi. Sono infatti in attesa dello sblocco della quota di finanziamenti disposti con legge di metà 2022 dal Governo Draghi (in totale 1,5 milioni sul Pnrr) con 19 decreti attuativi e di riforma mai varati (solo da pochi giorni sui primi tre ci sarebbe accordo tra governo e regioni). Si tratta degli Its su Tecnologie della vita, Sistemi e comunicazioni Ict, Informazione e conoscenza, Eccellenze culturali e artistiche 4.0, Sistema casa, Servizi e logistica alle imprese, Agroalimentare.

Per sollecitare lo sblocco dei fondi e l’operatività dei nuovi istituti le Regioni meridionali in particolar modo stanno facendo forte pressing sul Governo. Anche perché si avverte una forte necessità di formazione tecnica superiore che si ritiene possa ridurre il mismatch tra offerta e domanda di lavoro, soprattutto nel Mezzogiorno colpito da forte emigrazione giovanile, alto numero di persone che non studiano e non lavorano, bassa occupazione femminile.

«Dovremmo creare cento nuovi Its nelle regioni del Sud – ha detto qualche giorno fa il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca nel declinare in occasione dell’Assemblea degli industriali casertani una ricetta per il recupero dei divari sociali ed economici tra le macroaree del Paese _ una operazione da fare in tempi stretti». «Gli Its – commenta Enrico Cardillo, dg del Its campano Mame – rappresentano una risposta moderna e di qualità alle esigenze di formazione e di occupazione. Manca orientamento. Mentre in Germania cresce l’occupazione giovanile grazie a una serie di strumenti come l’alternanza scuola lavoro, in Italia, nei prossimi anni mancheranno 133mila diplomati tecnici. Il 65% dei nuovi posti di lavoro richiedono competenze green, il 56% competenze digitali. Ormai è chiaro che è diventato necessario adottare un sistema formativo che funzioni diversamente, con un ruolo centrale assegnato alle imprese, proprio come avviene negli Its».

Uno dei primi nati in Campania, nel 2018, è il Mame, acronimo di Manifattura meccanica. La Fondazione che lo gestisce coinvolge la Università Federico II (dipartimento di Ingegneria industriale), cinque istituti tecnici campani, il Comune di Pomigliano d’Arco, la Stoà come ente di formazione e, sei imprese tra cui Leonardo, Abete, Adler, Dema, Novotech, Laer Aviation group.
Dal 2018, l’Its Mame presieduto da Luca Scudieri di Adler, ha diplomato 93 giovani e registra un placement dell’80 per cento grazie alla collocazione degli allievi sia nelle aziende socie della Fondazione, che in altre. I corsi sono tenuti per il 60% da docenti espressi dal mondo dell’impresa e dal mondo delle professioni e della consulenza. Durano 1.800 ore e sono spalmati su un biennio.

La prima campanella suona sempre a settembre. La data di inizio, tra l’altro, da quest’anno, per indicazione dell’assessorato alla formazione della Regione Campania, sarà fissata per tutti gli Its a inizio ottobre. Un modo per cominciare a dare una identità comune all’intero sistema degli Its campani.
«È fondamentale il ruolo delle imprese – precisa Cardillo – sin dalla fase della programmazione, passando anche per quella vera e propria dell’insegnamento. È anche necessario essere sempre pronti a cambiare metodi e indirizzi poichè è questa la funzione dell’Its che deve recepire le esigenze del mondo imprenditoriale per garantire ai giovani una formazione adeguata ai tempi e occupazione».