Imprese: in Campania Pmi crescono per attrattività capitali esteri 

Nel 2022 sono 113 le aziende industriali con presenza straniera, in crescita del 48% rispetto al 2017

La fotografia offerta dal recente report di Infocamere – la società per l’innovazione digitale delle Camere di Commercio – che osserva l’andamento della presenza delle società straniere nel capitale delle aziende manifatturiere italiane vede la Campania al 10mo posto con 113 aziende.

Se si guarda nello specifico alla Campania si osserva, al di là del numero assoluto forse ancora contenuto rispetto al potenziale, un’incoraggiante crescita di investimenti stranieri nelle aziende del territorio, e soprattutto nelle Pmi: nel 2022 sono 113 le aziende industriali con presenza straniera – in crescita del +48% rispetto alle 76 rilevate nel 2017 – e di queste 83 sono quelle nelle quali un singolo azionista estero ha la maggioranza assoluta (dato in crescita rispetto alle 55 contate nel 2017).

“In realtà sono numeri sottodimensionati rispetto al vero potenziale di attrattività del tessuto di imprese del territorio – commenta il mid-cap investor Giovanna Voltolina – che, certificano gli ultimi dati di Confindustria, vanta più di 11.500 Pmi (rilevazione 2021) in crescita del +5,7 % rispetto l’anno precedente, più della media nazionale (4,2%)”.

Lo spiraglio, agli occhi dell’investor è quella piccola (in rapporto al complessivo) evoluzione per la quale aziende e venture capital stranieri stanno iniziando ad investire nelle nostre Pmi. E non solo rilevandone la maggioranza, ma anche in cosiddetta modalità “expansion” ovvero con investimenti di minoranza in aumento di capitale finalizzati alla crescita dell’azienda.

In effetti secondo il recente report (primo semestre 2023) pubblicato da Aifi – Associazione Italiana del private Equity, Venture Capital e Private Debt e PwC l’ammontare investito complessivo e a livello nazionale (estero e Italia) è calcolato a 3.189 milioni di euro, peraltro in forte in calo (-71%) rispetto
al primo semestre del 2022, (eccezionalmente caratterizzato però da operazioni importanti a valore). Di questi il buyout (acquisizioni di maggioranza o totalitarie) cuba 2.215 milioni, disegnando una decrescita del -39% rispetto al periodo nell’anno precedente; il venture capital (investimenti in imprese nella
prima fase di ciclo di vita, startup, ecc.) assomma 410 milioni (in calo del -7%).